venerdì 19 novembre 2010

Moneta debito: altra bufala

Moneta senza debito ?
Un'altra balla sull'emissione di moneta che viene spesso raccontata è che questa comporterebbe l'aumento del debito pubblico e il sorgere di un debito in capo al possessore della stessa. Partiamo dai dati :

Nell'ambito dell'Unione europea, il Trattato di Maastricht ha vietato alle banche centrali il finanziamento dei governi sul mercato primario, cioè l'emissione di obbligazioni statali deve essere interamente assorbita dal mercato: solo dopo, le banche centrali possono acquistare i titoli, sul mercato secondario, direttamente dai privati.

Questo significa che la bce per emettere moneta acquista titoli di debito pubblico o di altre società private solo sul mercato secondario, quindi titoli "vecchi" già emessi e acquistati in precedenza da altri. Oggi la moneta è emessa comprando titoli di debito preesistenti. Il debito dei privati o il debito pubblico dello Stato non aumenta e non diminuisce quando la banca centrale stampa moneta. Si usa il concetto di moneta-debito (senza peraltro dire debito per chi) per fare un po' di paura e conquistare il consenso del credulone di turno.

Di chi è la moneta ?
La moneta emessa non è di nessuno. Non è delle banche private. E nemmeno della banca centrale. E' un debito della banca centrale non dello stato e una volta restituito gli interessi andranno a disposizione del governo (il cosiddetto signoraggio). Con questo denaro creato la banca centrale non può comprare nemmeno la penna che usa per firmare i documenti. E tantomeno lo possono fare le banche private che hanno in mano le quote del capitale.

Perché i soldi non vengono stampati dal Governo eletto ?

Per il principio della separazione dei poteri. Delegare l'emissione a un'autorità terza indipendente è l'unico modo possibile per evitare che la moneta sia usata a scopi politici e non anticiclici. La banca centrale non è una “spa privata”, la banca centrale è un ente statale indipendente dal Governo, esattamente come la Magistratura. La separazione dei poteri è il principio cardine dello stato democratico.

Pensate cosa accadrebbe se un Berlusconi avesse la possibilità di influenzare la politica monetaria della banca centrale com'è avvenuto fino alla fine degli anni '70 con la lira ai tempi dell'inflazione impazzita: si rischierebbe uno scenario come quello dello Zimbabwe. I politici, o meglio i politicanti, perché oggi sono così, hanno un' ottica di breve periodo in quanto il loro obiettivo principale è la gestione del consenso e delle clientele. Infatti inizialmente potrebbero ingannare i cittadini stampando moneta, dando l'illusione di ricchezza, ma poi bisognerebbe fare i conti con una iperinflazione e con una massa monetaria che rischia di finire nella mani della speculazione, senza nessun vantaggio effettivo per i settori produttivi ed i lavoratori. I tecnici invece dovrebbero avere un disegno di medio-lungo periodo, e nel lungo periodo nessun paese si è sviluppato stampando semplicemente moneta, anzi. Quando uno stato si "inventa" la moneta stampandone a fiumi per coprire le proprie spese accadono due "piccole" conseguenze: iperinflazione e svalutazione della moneta.
Quando la Jugoslavia è crollata serviva un miliardo di dinari per comprare un uovo, pensate fossero felici anche se potevano “inventarsi” la moneta?
I debiti bisogna poterli onorare. Stampare carta moneta senza avere dietro un sistema economico in grado di produrre valore per coprire l’aumento di circolazione di moneta è semplicemente follia, ed è ciò che è successo da noi e che ha portato alla creazione del terzo debito pubblico piu’ grande del mondo. Fino al divorzio bankitalia-tesoro (1981), i Governi obbligavano la banca centrale ad acquistare i titoli rimasti invenduti stampando nuova moneta, cioè aumentando la base monetaria. Come abbiamo visto tale pratica comporta una progressiva svalutazione della moneta. Infatti l'inflazione raggiunse, tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli anni ottanta, anche livelli del 20-25% annuo!

In sostanza i governi per nascondere i costi delle politiche assistenzialiste e clientelari con cui si compravano i voti, tassavano i cittadini con l’inflazione; una tassa “occulta” che colpisce principalmente i ceti più deboli (gli economisti la chiamano anche "tassa sui poveri") e si maschera meglio rispetto a una tassa normale. Einaudi era solito definire l’inflazione la più iniqua delle tasse, per due motivi: viola il principio democratico di “no taxation, without rapresentation”, perché è una tassa che non viene discussa e votata in parlamento e colpisce i più deboli, perchè sono i più poveri che da essa non possono difendersi.

I debiti non sono mai una cosa buona se non puoi pagarli.
La crisi mondiale dei mutui subprime è accaduta proprio per prestiti dati a chi non poteva onorarli da banche che poi rivendendosi il credito a vicenda pensavano di spalmarlo all’infinito nel sistema. Poi l’intero sistema è crollato. Ci ha messo 15 anni ma alla fine è crollato. Perché se i debiti non si pagano c’è una sola fine: il fallimento. Non importa quale moneta si usi.

Bibliografia e approfondimenti:

  • Fratianni Michele - Spinelli Franco Storia monetaria d'Italia. Lira e politica monetaria dall'unità all'unione europea  ETAS
  • Franco Modigliani Reddito, interesse, inflazione. Scritti scientifici, Einauidi
  • Caratteri strutturali dell'inflazione italiana, Il Mulino
  • Holtfrerich Carl-Ludwig L'inflazione tedesca (1914-1923), Laterza 

lunedì 1 novembre 2010

I soldi ? Stampiamoceli!

Nulla impedisce agli Stati di finanziare la propria spesa pubblica battendo moneta invece di chiedere in prestito denaro al mercato emettendo titoli di Stato. Tuttavia è universalmente accettato dagli economisti che tale pratica genera inflazione, con costi per la collettività, la cosiddetta “tassa da inflazione” o “tassa sui poveri”, che la maggior parte degli stati preferisce limitare. L'esperienza storica mostra che la creazione di moneta, qualora proceda ad un ritmo sproporzionato rispetto al tasso di crescita dell'economia reale, genera inflazione ad un tasso tanto più elevato quanto maggiore è la suddetta sproporzione.

Per tali ragione l'ipotesi di finanziare la spesa pubblica attraverso l'emissione di moneta viene considerata non praticabile. Non perché essa non lo sia dal punto di vista teorico, ma perché impraticabile dal punto di vista pratico.

Non sono mancati tuttavia casi in cui massicce (o anche modeste) emissioni di moneta sono servite a finanziare la spesa pubblica, con effetti modesti sull'inflazione quando l'offerta di moneta era insufficiente o quando l'immissione di moneta nell'economia è avvenuta per breve tempo.
A tali casi si possono ricondurre per esempio esperienze di emissione di moneta per finanziare la spesa pubblica nel periodo post-bellico fascista. In altri contesti, come accaduto in Germania durante la Repubblica di Weimar o in periodi più recenti in paesi del Sud America e nello Zimbabwe, ma anche in Italia alla fine degli anni '70, il finanziamento massiccio della spesa pubblica attraverso l'emissione di moneta ha invece provocato fenomeni di iperinflazione.

Gli effetti devastanti delle esperienze di iperinflazione e quelli più limitati, ma comunque negativi, di periodi prolungati di inflazione elevata hanno condotto le autorità politiche e monetarie ad adottare politiche che scongiurassero il ritorno a situazioni simili. Pertanto le scelte relative all'emissione e al controllo della base monetaria sono state delegate, nella gran parte dei paesi avanzati, a banche centrali autonome dal potere politico, che troppo spesso si è dimostrato incapace di limitare l'emissione di moneta per finanziare la spesa pubblica.

Bibliografia e approfondimenti:
  • Bagliano e Marotta, Economia Monetaria, Il Mulino
  • Garzantina Economia
  • Pierce e Shaw, Economia monetaria, Il Mulino
  • Bianchi, Dizionario di economia politica, voce Moneta, Boringhieri
  • Savona, Alla ricerca della sovranità monetaria, Libri Scheiwiller
  • Dornbusch e Fischer, Macroeconomia, Il Mulino
  • Stephen D. Williamson, Macroeconomics, Addison Wesley, 2005

C'è un "gombloddo"!

A mio parere ognuno può avere le sue idee in fatto di economia, ma quando si parla di Macroeconomia, come in questo caso visto che c'è in ballo l'emissione stessa della moneta, bisognerebbe lasciare campo agli esperti.

Sul signoraggio se ne dicono tante, ma non esiste alcuna truffa; l'emissione della moneta spetta alla Banca Centrale non perché questa tiene soggiogati i governi, ma per un principio di suddivisione di poteri, visto che se il governo avesse il potere di emettere moneta stamperebbe banconote su banconote per rispettare promesse assurde fatte in campagna elettorale.
A quel punto sì che la moneta diventerebbe carta straccia.

Non sottovaluterei nemmeno il fatto che, a furia di parlare di signoraggio come di una gigantesca truffa ordita da potenti ai danni del popolo, potremmo perdere di vista il vero problema e cioè che il debito pubblico non lo hanno creato i poteri occulti, il debito pubblico è stato creato dall'inettitudine dei nostri politici e da un sistema lavorativo che si basa poco sul merito e troppo sulle amicizie e sui privilegi.

Il rischio è che poi la gente dica è inutile andare a votare, perché tanto chi comanda sono i Potenti e noi non ci possiamo fare niente', e allora si rimane tutti immobili a guardare.

Aggiungerei il fatto che le tesi signoraggiste sono sostenute praticamente solo dall'estrema destra, che in alcuni casi ne fa anche una battaglia politica, inserendo nei propri programmi la "sovranità monetaria" che consentirebbe al governo di stampare moneta "gratis" da regalare ai propri cittadini (il cosiddetto reddito di cittadinanza).Come potete ben capire, un pezzo di carta stampato "gratis" vale zero, chiunque lo stampi. Ecco perché la BCE quando stampa del denaro lo considera un proprio debito e non lo può spendere per comprarsi ville yacht ferrari o qualsiasi altro bene.

Meno male che questi non superano la soglia di sbarramento, perché manderebbero in bancarotta il Paese.